Cosa Visitare

TERNI, visita alla città degli Innamorati.

Terni, presumibilmente fondata nel 672 a. C., Interamna Nahars o Nahartium (Terni), fu così chiamata per la sua posizione tra i due fiumi (Nera e Serra); divenne importante centro commerciale favorito dalla sua ubicazione geografica.
La chiamano “Città degli Innamorati” per la presenza delle spoglie di San Valentino, che ne fu vescovo, ma il soprannome potrebbe essere giustificato anche dal romanticismo di alcuni scorci, dalla suggestione di certe piazze e dall’eleganza dei palazzi signorili, da ammirare durante una passeggiata mano nella mano. Eppure tutti, anche chi non è innamorato, possono apprezzare l’ospitalità di un luogo accogliente come Terni, capoluogo dell’omonima provincia dell’Umbria, popolato da circa 114 mila abitanti.
Meno fiabesco il soprannome di “Città d’Acciaio”, dovuto invece alla presenza notevole di industrie, soprattutto di acciaierie, a partire dal XIX secolo.
I tremila anni di storia che Terni ha sulle spalle seguono una costante caratteristica: l’innovazione, il cambiamento. Di origini preromane, ancora testimoniate da numerosi reperti, divenne municipio romano e conobbe un notevole sviluppo edilizio nel medioevo, di cui restano il santuario di San Francesco e la chiesa di San Salvatore. Del Rinascimento e del Seicento possiamo ammirare la Cattedrale e tante residenze signorili del centro. Poi venne l’Unità d’Italia e con essa la grande crescita industriale, bloccata dalla seconda guerra mondiale e ripristinata nel dopoguerra grazie a architetti e urbanisti geniali, che la ridisegnarono e le restituirono lustro.
La Terni di oggi è un centro moderno e vitale, con monumenti interessanti, appuntamenti culturali stimolanti e un buon polo universitario. Tra gli edifici storici più importanti c’è la Cattedrale di Santa Maria Assunta, probabilmente fondata sui resti di costruzioni sacre preesistenti, la prima delle quali fondata dal vescovo Sant’Anastasio nel VI secolo.
Da vedere anche la chiesa di San Francesco del XIII secolo, in stile gotico, modificata a più riprese nel corso dei secoli, con l’abside e il campanile realizzati da Angelo da Orvieto.
All’interno merita un’attenzione particolare la Cappella Paradisi, con affreschi che rappresentano scene dantesche realizzate da Bartolomeo di Tommaso nel XV secolo.
Poi c’è la famosa Basilica di San Valentino, di origini antichissime, situata nel bel mezzo di un’area cimiteriale cristiana in onore del vescovo Valentino martirizzato a Roma nel 273. La versione attuale dell’edificio è del 1618. Le spoglie del santo sono state conservate qui dai Carmelitani sino al Novecento, quando furono acquisite dal Comune di Terni.
Numerosi anche i palazzi signorili interessanti, tra cui spicca l’ex Palazzo del Comune, nell’attuale piazza della Repubblica, che oggi ospita la Biblioteca Comunale. Con l’ultima ristrutturazione la vecchia torre civica è stata ristrutturata, dopo i danni dei bombardamenti, ed è stata sostituita da una moderna costruzione in vetro che vuole ricordare la vicina cascata delle Marmore.
Proprio le cascate delle Marmore rappresentano il sito naturalistico più bello e più famoso nei pressi di Terni. Opera idraulica di origine romana del III secolo, commissionata dal Console Curio Dentato, l’emozionante getto d’acqua artificiale si trova sulla SS Valnerina a 7 km dalla città. Aperte in estate solo in alcune ore della giornata, le cascate sono immerse in un paesaggio verdeggiante, ricco di sentieri da percorrere a piedi, a cavallo o in mountain bike.
A breve distanza c’è anche il lago di Piediluco, incastonato tra dolci colline, e la Valserra e l’area dei Monti Martani sono dei veri paradisi per chi ama trascorrere qualche ora all’aria aperta.
Anche gli amanti del divertimento e del buon cibo non resteranno delusi dalle proposte di Terni, dove in ogni momento dell’anno ci sono manifestazioni culturali, feste e eventi di vario genere.
Il clima che accoglie i visitatori una volta giunti sul posto è mite e gradevole, senza eccessi di gelo o di afa. Le temperature medie di gennaio, il mese più freddo, vanno da una minima di 1° C a una massima di 8°C, mentre in luglio e agosto si passa dai 13°C ai 29°C. Le precipitazioni toccano il picco massimo in novembre, quando cadono mediamente 170 mm di pioggia.

La Gran Fondo dell’Amore città di Terni permette di ammirare un’ampia zona del territorio Ternano ed Umbro, dove Borghi più grandi che sono anche Municipi vengono affiancati da Borghi più piccoli. Una pedalata attraverso luoghi immersi nel verde di ineguagliabile bellezza.

SAN GEMINI  sappiamo che la zona era frequentata già in epoca romana, come testimoniato dalle vicine vestigia di Carsulae. Secondo la tradizione, nel VIII sec., un monaco di nome Gemine vi fondò un monastero dove, alla sua morte, vi fu traslato ed oggi è possibile trovarlo nella chiesa a lui dedicata. Oggi San Gemini è una località famosa per le sue acque ma offre molti luoghi da visitare come la chiesa di San Gemine, al cui interno nel 1775 furono scoperte le reliquie di San Gemine, custodisce un crocifisso ligneo del XV sec. e tele del Seicento.
La chiesa di San Francesco (sec. XIII-XIV), di pregevole architettura gotica, ad una navata, con portale del sec. XV.
Il Palazzo Comunale, che fu dimora del Canova e il Palazzo del Pretorio del XII sec., la Torre Esperia, con campanile a vela dell’XVIII sec., la chiesa di Santa Maria “de Cicerchiis”.
La chiesa di San Giovanni la cui facciata del sec. XIII mostra un bel portale romanico a mosaici cosmateschi, i cui stipiti poggiano su due leoni in pietra.
La bella chiesa di San Nicolò, romanica, con facciata in pietra, adornata da un bel portale su scalinata e leoni stilofori. La chiesa, le cui origini risalgono all’XI sec., fu restaurata e consolidata e, l’interno a tre navate, custodisce un affresco del 1295 di Rogerino da Todi.
Il Parco delle Fonti dove vi sono le Terme che risalgono al XIX sec.. Il centro termale è dotato di un attrezzato parco che offre l’ambiente ideale per approfittare delle proprietà benefiche della sorgente (Acqua Sangemini e Fabia).

Il bellissimo ed antichissimo Foro Romano CARSULAE (vicino a Terni e San Gemini) ,sorta lungo la via Flaminia,  fu municipio romano della VI regione augustea, iscritto alla Tribù Clustumina, raggiunse il suo massimo splendore nel II secolo d.C. Ancora oggi, possiamo ammirare: la chiesa di San Damiano dell’ XI sec., il Foro, con i resti della Basilica Forense; l’anfiteatro, il teatro, l’arco di Traiano (o di San Damiano) ed i resti del complesso delle Terme.

A pochi chilometri da Terni troviamo il paese di CESI che nel Medioevo fu un centro importante delle Terre Arnolfe e passò successivamente sotto la signoria dei Cesi di Acquasparta. Qui sono da visitare: la chiesa di Sant’Angelo dell’XI sec., la chiesa di San Agostino, che custodisce un affresco del 1425 di Giovanni di Giovannello e la chiesa parrocchiale di Santa Maria, dove sono custoditi una Madanna lignea del XII sec. ed una pala d’altare del 1308, opera del Maestro di Cesi, raffigurante la Madanna col Bambina e Santi.
Per gli escursionisti segnaliamo il Convento dell’Eremita fondato nel 1213 da San Francesco ed ampliato dal Beato Paolo Trinci e, nei paraggi, la chiesetta di Santa Caterina che custodisce affreschi della scuola di Benozzo Gozzoli.

Il Borgo di MONTECASTRILLI, tra Acquasparta ed Amelia, trae il suo nome da “Castrillorum” (piccoli accampamenti) che si ritiene impiantati dai Cartaginesi di Annibale, durante la sua marcia verso Roma. Altresì, è anche possibile ritenere che la cittadina sorse ad opera di legionari romani, veterani di Ottaviano Augusto, che ricevettero in dono queste terre dal loro imperatore per i servizi resi.
Da visitare a Montecastrilli ci sono i due archi di Porta Amerina, detti del Belvedere, antiche vestigia del castrum e la chiesa parrocchiale di San Nicolò, del X-XI sec., è articolata in sei cappelle, di cui tre in stile barocco con decorazioni pittoriche della scuola degli Zuccari e custodisce al suo interno pregevoli opere: un’icona della “Madonna Rifugium Peccatorum”. del XVI sec., un Crocifisso Ligneo del XV sec., una tela del 1629 di Bartolomeo Poliziano ed una “Madonna del Rosario” del 1606, opera di Archiatra Ricci da Urbino.
La chiesa di Santa Chiara con annesso il Monastero delle Clarisse (fondato da Cintio Accursi nel 1649) nella cui chiesa si custodisce una grande tela settecentesca effigiante “L’Assunta”, nonché la tomba di Suor Maria Lanceata Morelli, morta in concetto di santità il 26 agosto 1762.
La chiesa di San Martino in Coccomelli, posta all’interno del cimitero; la chiesa di San Lorenzo in Nifili, del sec. XI, con abside paleocristiana in stile Romanico, e la chiesa di San Giovanni Battista, edificata nel 1641, che custodisce una “Decollazione del Battista”, di scuola seicenteschi.
Nelle vicinanze di Montecastrilli troviamo piccoli ma affascinanti borghi come CASTEL TODINO E CASTEL DELL’AQUILA dove si possono visitare le mura medievali, le porte su cui sono ancora visibili gli stemmi tuderti e nei pressi di Castel dell’Aquila troviamo i resti del maestoso Forte Cesare, che costituiva uno dei castelli di difesa posto lungo il “Corridoio Bizantino” che collegava Roma con Ravenna. Altro piccolo Borgo del Comune di Montecastrilli è QUADRELLI dove si possono ammirare la Porta Urbica, affiancata da una torre pentagonale irregolare, risalente al XII sec. La chiesa di Santa Maria Assunta in stile Romanico, all’interno della quale ci sono diverse opere tra cui: una “Pietà” in terracotta di scuola tedesca del XV sec. ed un affresco raffigurante S. Isidoro, patrono dei contadini; la chiesa del Santo Rosario, del XVII sec., al cui interno sono custoditi una “Madonna del Rosario” del Polinori ed una “Vergine con Bambino e S. Carlo Borromeo” del 1616, opera di Barberinus Barbiani.

AVIGLIANO UMBRO di origine romana, nel Medioevo fu motivo di disputa tra Todi ed Amelia per la ricchezza dei boschi, dei pascoli, per la coltura della vite e del frumento. Sorge al centro della zona collinare che si estende tra Todi ed Amelia ed è divenuto Comune solo nel 1975 quando, dopo un referendum, la sua popolazione decise di distaccarsi da Montecastrilli. Ad Avigliano sono da visitare la chiesa parrocchiale della Santissima Trinità che custodisce all’interno una tela denominata “la Madonna col Rosario” attribuita ad Andrea Polinori di Todi.
Gloria della cittadina è il piccolo Teatro Comunale, costruito all’inizio di questo secolo.
Nelle immediate vicinanze di Avigliano vi sono interessanti chiesette romaniche: Santa Vittorina, Sant’Egidio e Sant’Angelo. Nelle frazioni del territorio aviglianese, invece, troviamo testimonianze ancora ben conservate dell’epoca medioevale: i castelli di Santa Restituta, di Toscolano, Sismano e la fortezza di Dunarobba.
Nei pressi di SANTA RESTITUTA si trova la Grotta Bella, che con le sue stalattiti e stalagmiti offre un’immagine di grande bellezza naturalistica.
A TOSCOLANO oltre il castello merita una visita una cappelletta denominata “Maestà di Toscolano”, scoperta di recente, contenente affreschi della seconda metà del Quattrocento attribuibili, forse, a Pier Matteo d’Amelia ed un organo cinquecentesco.
Il Castello di SISMANO, appartenne alla famiglia Atti di Todi, poi alla Chiesa, quindi ai principi Corsini, è di notevole altezza con le due torri laterali e domina le case trecentesche di questo pittoresco borgo che si snoda lungo la via semiellittica.
Tornando indietro, verso Avigliano, si giunge a DUNAROBBA dove l’antica fortezza (oggi adibita a casale agricolo) con le sue quattro torri cilindriche, ancora sfida il tempo.
Proseguendo in direzione di Acquasparta, dopo pochi chilometri, si arriva ad una fornace di laterizi nei cui pressi si trova la fantastica Foresta Fossile di Dunarobba. Il giacimento di Dunarobba costituisce un caso di grande rarità sia per gli aspetti paleobotanici e sia per i fattori ambientali che hanno determinato la perfetta conservazione dei legni.

ACQUASPARTA era già nota ai tempi dei Romani (Ad Aquaspartas), che qui venivano per le sue acque. Citazioni su Acquasparta vengono riportate fin dal 996 quando, con Cesi e Sangemini, entrò a far parte delle Terre Arnolfe (feudo degli Arnolfi così chiamato, secondo alcuni, poiché assegnate da un duca di Spoleto ad un figlio di nome Arnolfo; secondo altri, beneficio di Ottone I ad un suo consigliere di nome Arnolfo). In questa cittadina è possibile visitare il Palazzo Cesi ,in stile tardo rinascimentale, risale al 1565 e fu realizzato da Giovanni Domenico Bianchi, al suo interno fanno bella mostra due tele del XVII secolo, attribuite a Matteo Rosselli, eleganti soffitti a cassettoni e sale decorate da G. B. Lombardelli. Nel 1624 vi soggiornò Galileo Galilei. L’edificio è oggi di proprietà dell’Università di Perugia, che lo utilizza per congressi e manifestazioni culturali.
La chiesa di Santa Cecilia che custodisce le spoglie di Federico Cesi e pregevoli tele del Seicento fu fatta costruire, nel 1581, da Isabella Liviani Cesi. Costeggiando le antiche mura castellane, si giunge sia alla chiesa della Madonna Del Giglio, del 1606, che alla chiesa di San Francesco, del 1294, al cui interno, oltre ai resti del chiostro, vi è custodito un pregevole crocifisso ligneo del XV secolo.Nel territorio comunale sono da visitare la chiesa di Santa Maria in Rupino, a Firenzuola, la chiesetta di San Giovanni de Butris del XV sec. ed il Castello di Casigliano costruito, nel 1517, su idea di Antonio da Sangallo il Giovane.
Acquasparta possiede  una sorgente termale di elevato rilievo, quella  dell’ Amerino, le cui acque vengono utilizzate per il trattamento di molte malattie (vedi capitolo” Stazioni Termali”).

AMELIA, maggior centro dell’Amerino, è di origine molto antica, secondo una tradizione la si vorrebbe fondata da Ameroe nel XII secolo a.c., e ritenuta una delle più antiche città umbre. Qui possiamo visitare le imponenti mura poligonali che cingono interamente l’abitato, sono la parte più antica che si estende per oltre settecento metri ai lati di Porta Romana (la porta d’ingresso più importante sui cui cardini è ancora visibile l’antico portale in legno XVI sec.) e costituite da grandi blocchi sovrapposti senza malta, databili VI-V secolo a.c., sicuramente costruiti per difendere l’acropoli.
La chiesa di Santa Lucia, ricostruita nel 1950, la chiesa del Crocifisso (XVII sec.), che custodisce tele del Seicento ed un organo del Settecento e la chiesa di Santa Monica, al cui interno si possono ammirare stupendi altari lignei del Seicento ed affreschi di una cappella preesistente.
La chiesa di San Girolamo di Posterola, tempietto a pianta ottagonale del Seicento.
La chiesa e il monastero di San Magno (XIII sec.), restaurato nel XVII sec., che conserva un pregevole organo di legno con doppia tastiera.
La chiesa di Sant’Agostino o di San Pancrazio, edificio trecentesco, presenta un portale impreziosito da piccole colonne e da una lunetta con affresco di scuola senese al cui interno è possibile  ammirare gli affreschi di Francesco Appiani e della scuola del Cavalier D’Arpino e la chiesa di Sant’Angelo del XVII
Il Teatro Sociale, costruito nel 1783, tutto in legno, con tre ordini di palchi, restaurato da Domenico Bruschi nel 1880 con l’inserimento di affreschi e stucchi. Il teatro ha due teloni molto belli, uno del 1783 e l’altro – di Bruschi del 1880, che raffigurano l’assedio subìto da Amelia da parte di Federico V.
Nel centro storico, posto in cima alla città, si trovano : il Duomo, la chiesa di San Francesco e la Torre Civica. Il Duomo, eretto in età romanica e ricostruito nel XVII sec. dopo che un incendio aveva distrutto il precedente edificio, è  dedicato a Santa Firmina, patrona di Amelia. Conserva al suo interno: una colonnetta romana sulla quale, secondo la tradizione, si dice sia stata legata la Santa, due preziosi stendardi strappati ai Turchi nella battaglia di Lepanto (1571.), alcuni dipinti del Pomarancio, un Crocifisso Ligneo del ‘500 ed alcune tavole di Francesco Perini di Amelia (1538) di cui una attribuita ad Antoniazzo-Romano. Accanto al Duomo si può ammirare, la Torre Civica, il dodecagonale campanile romanico del 1050. La chiesa di San Francesco si presenta con una graziosa facciata romanico-gotica, caratterizzata da un bel rosone e da un pregevole portale. L’edificio ha origini quattrocentesche e l’interno, rifatto nel 1767, custodisce i sepolcri della famiglia Geraldini tra i quali notevole è quello di Matteo ed Elisabetta, opera di Agostino di Duccio e affreschi del XVI secolo.
Numerosi ed imponenti sono i palazzi delle antiche famiglie amerine: Palazzo Farrattini, costruito nel XVI secolo da Antonio da Sangallo il Giovane; Palazzo Petrignani del ‘500, con affreschi della scuola degli Zuccari; Palazzo la Tribuna del XIII sec., così chiamato per la bella loggia del Banditore da dove venivano proclamati gli editti comunali; Palazzo Nacci del ‘400, con un bel portale ed un cortile con loggetta; Palazzo Comunale, dove nell’atrio sono resti di monumenti romani e medioevali e all’interno dipinti di Livio Agresti (1557).
Sotto la piazza, dove sorge la sede municipale, vi è una grande cisterna di epoca romana, composta da dodici ambienti intercomunicanti che è possibile visitare.
Il territorio di Amelia, presenta interessanti itinerari nei suoi dintorni. Scendendo per via Cinque Fonti, troviamo la chiesa di S. Secondo o della Morte (così detta per la Confraternita che vi aveva sede) e la chiesa di S. Maria delle Cinque Fonti, edificata intorno all’edicola sacra dove predicò S. Francesco nel 1213, al cui interno sono visibili riquadri con affreschi votivi del XV e XVI secolo. Andando verso via Narni, si può arrivare al Convento di S. Giovanni con due chiostri e un bosco di lecci (oggi privato) e poi alle “Colonne”, ingresso monumentale alla Villa Carità Morelli, fatto in mattoni, costruita su disegno di Antonio da Sangallo il Giovane.
Verso via Orvieto, si arriva al Ponte sul Rio Grande, attraversato il quale, a poche decine di metri in direzione Macchie, si raggiunge Ponte Alvario, località curata ed attrezzata per la pesca in riva al Rio Grande.
Tornando indietro, risalendo in via Nocicchia, si può costeggiare la base della collina sul lato nord con vista sulla diga “La Para” del XIII sec.; proseguendo per la strada Amerina-Giove, oltrepassata la località Montenero con la bella Palazzetta di Agapito Geraldini, si arriva al Convento della SS. Annunziata, una delle più antiche fondazioni dei frati Minori dove, oltre al parco di lecci, si può visitare un interessante planetario ed il Presepe artistico permanente, con interessanti diorami di scene della vita di Cristo.
Del Comune di Amelia fanno parte piccoli ma affascinanti borghi come:
COLLICELLO, antico castello del Comune di Amelia, arroccato su un colle circondato da boschi, ha ben conservato l’aspetto medioevale con la cerchia delle mura e le otto torri di cui una che guarda il Castello di Canale dei Chiaravalle di Todi. Interessanti, in loc. Galisciano, sono i ruderi di un Convento, prima Benedettino e poi Francescano, dove sostò S. Francesco. Uscendo dalla porta nord, si può visitare l’interessante chiesa di S. Maria delle Grazie con affreschi del XV secolo.
FOCE, per la posizione preminente ebbe nel Medioevo particolare importanza anche come castello di confine; si conservano resti di cinta muraria. Notevoli sono il Santuario della Madona delle Grazie con l’annesso Convento (XIV sec.) e la chiesa di S. Gregorio, di impianto romanico.
MACCHIE, caratteristico castello in territorio montano dove ancora sono vive le tradizioni dei cacciatori e dei boscaioli; del castello restano solo alcuni tratti di mura e una torre. La leggenda vuole che Federico Barbarossa si fermasse in queste gole, arrestando qui il suo cammino verso Roma, colpita dalla peste.
SAMBUCETOLE è un antico castello dove nel XVII secolo si insediò una comunità greca; nei pressi i resti delle torri del Castello di Lacuscello testimoniano l’avamposto dei Chiaravalle di Todi.

ALVIANO, abitato in epoca romana dalla gens albia, da cui deriva il nome, è posto su di un’altura alla sinistra del Tevere. In località Popiliano, i resti di una villa patrizia con pavimenti a mosaico (forse appartenuta al tribuno della plebe Caio Popilio) e i ruderi di un guado sul Tevere nei pressi di Madonna del Porto, stanno a testimoniare l’insediamento romano in questa zona.
Alviano si presenta subito con il suo castello, posto all’inizio dell’abitato, a pianta quadrata con torri angolari ed un cortile rinascimentale.  All’ingresso del castello, posti sulla facciata, troviamo raffigurati il leone della gogna e una testa di medusa che simboleggiano il feudo degli Alviano. Particolare attenzione è da porre alla cappella gentilizia, posta aall’interno, detta cappella di San Francesco dove, un affresco del Seicento, raffigura il miracolo del Santo che, predicando in Alviano nel 1212, fece tacere le rondini che garrendo disturbavano la predica. La Rocca è stata da pochi anni restaurata ed attualmente è sede del Municipio e delle associazioni culturali di Alviano. All’interno della chiesa parrocchiale Madonna Assunta, quattrocentesca, a tre navate su colonne, è possibile vedere la pala lignea del XV sec., opera di Nicolò Alunno, raffigurante una Madonna in Gloria; un affresco del Pordenone ed il ritratto di Pentesilea Baglioni, moglie di Bartolomeo d’Alviano.
Bellissima e conosciuta è l’Oasi naturale di Alviano che fu creata negli anni ’60 con lo sbarramento del fiume Tevere, attraverso la costruzione di una diga, le cui acque hanno allagato i campi formando una zona palustre che si estende per circa novecento ettari. In  poco tempo la nuova zona palustre è diventata habitat ideale per animali di piccole dimensioni come insetti e uccelli di passo o stanziali. Dotata di punti di osservazione ottimamente dislocati, nell’Oasi è possibile fotografare degli uccelli; come gli aironi rossi, i tarabusi, le gallinelle d’acqua, i porciglioni, i martin pescatori, i gabbiani, i cormorani, i falchi, le alzavole, i codoni, le oche selvatiche e tantissimi altri uccelli stanziali o di passo. Nell’Oasi protetta dal WWF e affidata in gestione all’Amministrazione Provinciale di Terni, si può assistere al più ricco spettacolo offerto da un vastissimo campionario ornitologico. Particolarmente adatta per visite scolastiche, essendo anche dotata di attrezzature didattiche per l’osservazione della natura.

LUGNANO IN TEVERINA ha origini antichissime, risalenti all’epoca romana, nel periodo romano fu uno dei centri preminenti del cosiddetto “Agro Amerino-Romano”, che si estendeva, presumibilmente, dalla via Amerina fino a Guardea (Guardia Tiberis).
A Lugnano ci sono da visitare Palazzo Pennone, a pianta rettangolare, è curiosamente tagliato in due dalla Galleria Pennone e si articola su tre piani. Adibito inizialmente a complesso monastico, divenne successivamente proprietà della famiglia Vannicelli della quale si conserva sopra il pozzo uno stemma in ferro battuto, fino al XVIII sec. è stato dimora del Governatore, vicario della Sede Apostolica, oggi è sede del Comune.La chiesa di S. Maria Assunta che fu edificata su di una costruzione del IX sec., sulla facciata presenta le effigi dei potenti del tempo: le famiglie Liviani e Orsini. La volta, sorretta da costoloni, è aperta lateralmente e, sopra i cinque archi, sono visibili metope raffiguranti i quattro Evangelisti ed alcuni elementi musivi dei fratelli Cosmati. L’intero, a tre navate, è ricco di colonne e capitelli variamente decorati ed ha il pavimento, in stile Alessandrino-Cosmatesco, a mosaico. La cripta, preceduta da un’originale “Schola Cantorum”, custodisce un Crocifisso in alabastro del XVI sec. a cui vengono attribuiti poteri miracolosi. La chiesa custodisce, inoltre, pregevoli opere d’arte tra le quali: un trittico di Niccolò Alunno, una “Crocefissione” di scuola Giottesca e, nella cappella, una “Decollazione” di San Giovanni Battista, opera di Livio Agresti del 1571.Il palazzo ottocentesco dei conti Bufalari  e la Torre Palombara sulla quale è visibile una bianca colomba in pietra a ricordo di uno scampato pericolo dei Lugnanesi, avvertiti dell’avvicinarsi del nemico dal volo delle colombe.
Da vedere nei dintorni di Lugnano il convento di San Francesco sorto, nel 1228-1229, nello stesso luogo dove nel 1212 il Santo aveva predicato e compiuto un miracolo. Qui è possibile ammirare l’affresco che ricorda il miracolo. Il convento di S. Antonio o dei Cappuccini, dove San Giuseppe da Leonessa consumò la sua penitenza. La villa Romana di Poggio Gramignano e l’Antiquarium, collocato in una sala del Comune, che raccoglie reperti dai quali è forse possibile risalire all’origine di Lugnano.

GUARDEA si trova ai piedi del colle dove sorgeva Guardea Vecchia. Il primo nucleo abitato, di cui restano tracce, era in località Marruto, da qui gli abitanti emigrarono e fondarono intorno al 1035 il Castello del Poggio, chiamato Podium Guadejae (fortezza che dominava la sottostante vallata e le vie di comunicazione).
A Guardea da visitare sono, la chiesa parrocchiale custodisce dipinti del XV e XVI secolo e il Palazzo Municipale (XVI sec.), antica dimora dei conti di Marsciano. A Guardea Vecchia, i resti del castello del XII sec. e il Castello del Poggio (XI sec.) con un elegante cortile interno ed una splendida sala detta “Dei Cento Cavalieri”. Il Parco Pubblico Aiola, attrezzato con campi da tennis, piste di pattinaggio, aree per pic-nic ed una grande pineta, consente di trascorrere piacevoli ore a diretto contatto con la natura. Per gli esperti speleologi, invece, nei dintorni di Guardea, da visitare sono le grotte del monte Allocco, la Fuga del Pozzo di San Benedetto e della Santa Illuminata (grotta dove dimorò S. Francesco) e resti dell’Eremo Camaldolese.

MONTECCHIO: l’insediamento umano nel territorio di Montecchio è documentato da ritrovamenti, effettuati casualmente nel 1855, di una grande necropoli pre-romana del VI sec. a.C , in questo stupendo Borgo si può ammirare il castello ed il caratteristico borgo che conserva ancora la planimetria originale,
La Porta di Sud-Est ( un tempo l’unica porta di accesso del castello) è sovrastata da un imponente torre che si sviluppa su tre piani.
La chiesa parrocchiale di Santa Maria, del 1400, al suo interno custodisce un Fonte Battesimale del 1843 realizzato in marmo e legno; un affresco, nell’abside, dedicato alla Madonna dei Prodigi e tele del XVII e XVIII secolo.
I resti di quello che fu il Castello di Carnano, edificato nel 1400 da Ranuccio Baschi, quale sontuosa residenza della sua signoria.
Molti sono i Borghi che si trovano nelle vicinanze di Montecchio e fanno parte del Municipio stesso. A pochissimi chilometri troviamo TENAGLIE, dove merita una visita, la chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista fatta edificare nel 1370 da Bindocci Neri De’Baschi che conserva una Fonte Battesimale del 1521, una preziosa cornice in marmo del 1408 ed una pala d’altare raffigurante la Madonna del Rosario, eseguita nel 1618 da Paolo Sensini.
Il Palazzo Ancajani fatto costruire ai primi del 1700 da Filippo Ancajani , la chiesa di Santa Maria, dedicata alla Madonna delle Grazie, del 1852 e la chiesetta di San Rocco, comprotettore di Tenaglie.
Poco distante da Montecchio sorge il borgo di MELEZZOLE (XI sec.) il classico castello medioevale a pianta circolare, è impiantato su tre cerchi concentrici che hanno come fulcro la piazzetta centrale dove è ubicata la chiesa parrocchiale; l’ultima cerchia costituita da una serie ininterrotta di case addossate una all’altra. La porta d’ingresso al borgo è dominata da un torrione che presenta sull’esterno lo stemma di Todi: un’aquila tuderte, collocata nel 1557. All’interno del torrione, in una nicchia, è visibile un affresco del ‘500 raffigurante la “Madonna Protettrice”.
La chiesa parrocchiale di San Biagio (XI sec.), ristrutturata nel 1624 e nel corso dei secoli, custodisce al suo interno una statuetta lignea del XVIII secolo, di autore ignoto, ed un affresco del 1600 raffigurante 1’Ultima Cena.
La chiesa di San Vitale (XII sec.) conserva al suo interno affreschi di scuola Umbra del XVI secolo nonché uno stendardo da processione del XVI secolo.

 

BASCHI secondo la tradizione si vuole fondata da Galino di Biscaglia, sceso in Italia al seguito di Carlo Magno (da cui ebbe in dono un vecchio castello attorno al quale fu poi edificata Baschi). Qui possiamo visitare visitare la chiesa Parrocchiale di San Nicolò, con il suo alto campanile che domina l’abitato, fu costruita nel 1576 su un precedente tempio risalente al Duecento, su progetto dell’architetto orvietano Ippolito Scalza. Al suo interno custodisce un antico organo tra i più pregevoli presenti nella zona. Un magnifico polittico, che adornava l’originario sacro edificio, opera di Giovanni di Paolo (1440 c.a.) senese, è ora custodito nel museo dell’Opera del Duomo di Orvieto. Tra gli edifici è interessante da vedere il cosidetto Palazzaccio, oggi sede del Municipio.
Nei dintorni di Baschi troviamo il Santuario della Pasquarella si trova nei pressi del Lago di Corbara e fu fondato nell’Alto Medioevo dai frati Camaldolesi.
Il Convento dei Pantanelli, invece, custodisce memorie di notevole valore storico-sipirituale-naturalistico. Qui, sostarono oltre al “Poverello di Assisi”, Jacopone da Todi, S. Bernardino da Siena, San Bernardino da Feltre ed il Beato Ambrogio da Milano. Nei pressi la “Grotta delle Preghiere”, in cui si ritirava in meditazione il Santo e il “masso” su cui San Francesco predicava in mezzo al Tevere.
Nel Medioevo nel territorio del Comune di Baschi numerosi erano i castelli: ben conservati sono il Castello di Civitella del Lago, antico feudo della potente famiglia tuderte degli Atti e il Castello di Corbara (Comune di Orvieto) posto su un colle nelle immediate vicinanze del lago di Corbara, formatosi con la costruzione di una diga sul fiume Tevere, che offre suggestive immagini lacustri. Da visitare, inoltre, nelle campagne di Baschi, importanti grotte il cui accesso, però è consentito solo ad esperti speleologi: la Grotta di Vergozzino; il Pozzo Callarano e la Grotta del Vorgozzo.

NARNI fu conquistata e ribattezzata Narnia (da Nahar, cioè Nera) dai romani e nel 368 fu primo vescovo cristiano Giovenale, cartaginese, consacrato poi Santo Patrono. Da non perdere assolutamente il centro storico di Narni, che conserva il patrimonio accumulato in 3.000 anni di storia.
Dell’epoca romana restano il grandioso ponte di Augusto, il ponte Cardona e l’acquedotto della Formina.
Al periodo medievale, invece, risalgono opere come la cattedrale di San Giovenale, la chiesa di San Domenico, la chiesa di Santa Maria Inpensole, la chiesa di Sant’Agostino e la chiesa di San Francesco.
Stupenda la piazza dei Priori, dove, oltre all’austero palazzo del Podestà, si innalza la loggia dei Priori che mostra la deliziosa Loggia del banditore.
Sopra la città svetta la superba Rocca albornoziana, recentemente restaurata, innalzata nella seconda metà del XIV secolo per volere del Cardinale Albornoz.
Da visitare a Narni Scalo il Santuario della Madonna del Ponte.
Da visitare anche la Narni sotterranea: acquedotti, cisterne, cunicoli cripte e perfino la sala delle torture del Tribunale dell’Inquisizione, con una cella che ancora mostra i graffiti incisi dai prigionieri in attesa di essere condannati: un paesaggio misterioso racchiuso nel cuore di una città che diventa meta di un itinerario attraverso la storia, l’arte e la cultura delle civiltà del passato.

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